S. M. Bogumila Jędrzycka
A lei fu affidata la costruzione delle prime case dei paolini e delle Pie Discepole in Polonia, nei tempi molto difficili, di profondo regime comunista…
Stanislava entrò tra le Pie Discepole il 23 dicembre 1949, all’età di 24 anni. Era la quarta di un gruppo di prime sorelle che, accettando le condizioni di una vita di povertà e di rinuncia intrinseca, iniziarono la storia postbellica delle Pie Discepole del Divin Maestro in Polonia.
A causa della difficile situazione in Paese, don Alberione ottenne, per il suo gruppo, dall’autorità competente la dispensa dal noviziato canonico. Stanislava emise la prima professione a Czestochowa nel 1952 e la professione perpetua nel 1957.
Il nome “Bogumila” significa persona amata da Dio. Infatti, la consideriamo, per la sua umiltà e fedeltà, una vera Pia Discepola “cara” al Divino Maestro.
Era particolarmente dotata nell’amministrazione e quindi faceva di tutto per procurare i mezzi di sostentamento necessari non solo alle suore, ma anche ai fratelli della Società San Paolo.
Una delle forme di sostentamento era la coltivazione d’ortaggi e frutta, che venivano destinati alle comunità e anche alla vendita. Quando i tempi sono cambiatu ha cominciato lavorare per ristutturare le case e cosi migliorare condizioni di vita delle suore. Suor Bogumila ha acquisito una particolare esperienza pratica nei materiali e nei lavori di costruzione; e a volte La si vedeva lavorare tra i braccianti.
Visse lo spirito della Congregazione a tal punto che si disse di lei: “una vera Discepola, tanto simile a Madre M. Scolastica”. Questa affermazione si riferisce soprattutto alla sua semplicità e umiltà.
In una lettera a Madre Lucia Ricci dell’11 luglio 1971, Sr Bogumila scrive: “Sono molto felice che il Divino Maestro mi abbia chiamato in questa Congregazione e molto grata alle Madri. Chiedo umilmente le vostre preghiere per me, affinché possa diventare una grande santa, e anche per tutte noi, affinché la nostra comunità diventi sempre più numerosa e Gesù trovi il suo santo piacere in mezzo a noi”.
Ecco la testimonianza di don Slawomir Sznurkowski, uno dei primi paolini polacchi:
“Ho conosciuto suor Bogumila nel 1975. Era una persona modesta che sorrideva al primo contatto. Era segno che non creava alcuna barriera nei confronti dell’interlocutore. Era soprattutto una persona che lavorava sodo. Non La vedevo concentrata su cose banali, su conversazioni inutili; era sempre impegnata nel suo lavoro. Allo stesso tempo, era una persona piena di umiltà. Non L’ho vista alzare la voce con nessuno o non rivolgersi a qualsiasi persona senza rispetto. In seguito, ho potuto osservare il suo talento, soprattutto in relazione alla costruzione di ciò che era necessario per la comunità di Grabówka a Częstochowa (lì ci sono due case una accanto all’altra: quella delle Pie Discepole e quella dei paolini). Ogni volta era vicina ai orerai che lavoravano attorono alle costruzioni, gli sosteneva con saggi consigli, gli consultava. A volte, quando c’era bisogno di materiali da costruzione – ed a quei tempi era molto difficile procurarsi mattoni, cemento e altri materiali – andava con coraggio dalla dite e chiedeva umilmente di aiutarla a comprarli. Di fronte all’umiltà di questa sorella, le persone che avevano un atteggiamento negativo nei confronti della Chiesa si ammorbidivano e accettavano di fornirle ciò di cui aveva bisogno.
La caratteristica più importante della vita di Sr. Bogumila era la preghiera. Spesso andava in giro con un rosario in mano. Ma il suo luogo preferito era spesso la cappella. Lì trascorreva ore in adorazione. E la sera, quando era già stanca per il duro lavoro, andava in cappella e pregava a lungo. Forse parlava con il Signore Gesù dei problemi dell’edificio, ma credo che fossero anche conversazioni di un’anima innamorata di Gesù Eucaristico. Era contemplazione. Era ascolto del Divino Maestro.
Suor Bogumila era anche molto gentile con i Paolini. Gli inizi erano legati alla costruzione della casa di Grabówka. Don Innocenzo Dante (il superiore dei paolini d’allora) le affidò il compito di occuparsi praticamente di tutto. Pertanto, noi come fratelli abbiamo un debito di gratitudine nei suoi confronti. Per essere stata per noi una Discepola modello, consapevole del suo ruolo nei nostri confronti. In questo non era imponente, ma mite, come Maria nei confronti di Gesù. Cara Suor Bogumila, grazie per le tue preghiere silenziose per ognuno di noi, per esserci stata accanto all’inizio della nostra presenza in Polonia, chiedi a Gesù Maestro che possiamo avere nuove vocazioni!”.
Le suore invece ricordano che si occupava della costruzione dal lunedì al sabato e rimaneva in cappella tutta la domenica a parlare al Signore Gesù di tutte le questioni materiali. A volte discuteva con gli appaltatori dei lavori e questi, dopo un po’ di tempo, le davano ragione. Sebbene non avesse alcuna formazione come architetta, aveva un grande intuito e intuizione!
Il 19 marzo 1994, festa di San Giuseppe, fu ricoverata in ospedale con bronchite e pleurite. Si aggravò progressivamente con complicazioni cardiache, che divennero la causa della sua morte. In piena consapevolezza e disponibilità, seguì il peggioramento della sua salute. Le consorelle che l’hanno assistita costantemente e che erano presenti al momento del decesso confermano di non aver mai sentito un lamento o un gesto di impazienza da parte sua. Si rallegrava ed era grata per ogni piccolo gesto di attenzione e di misericordia.
Pregava molto, soprattutto per le vocazioni; quando la malattia le impediva di farlo ad alta voce, seguiva in silenzio le preghiere delle consorelle, ma comunque intercedeva per le invocazioni con voce chiara: “O Gesù, eterno Pastore delle nostre anime…”. ‘. È partita alla casa del Padre il 6 aprile 1994. Crediamo che vegli su di noi e ci concede la luce, non solo nelle questioni amministrative ma soprattutto in quelle legate alla fedeltà al Divino Maestro!