O Dio, nostro creatore e Padre,
tu hai voluto che il tuo Figlio crescesse in sapienza,
età e grazia nella famiglia di Nazaret;
ravviva in noi la venerazione
per il dono e il mistero della vita,
perché diventiamo partecipi della fecondità del tuo amore.
A Natale abbiamo contemplato la nascita di Gesù. La pagina evangelica odierna ci presenta un altro aspetto dell’incarnazione: la crescita di Gesù, il suo divenire uomo in una famiglia precisa e in un determinato ambiente sociale e religioso. Crescita umana e spirituale, quotidiana e faticosa, perché il Figlio di Dio ha condiviso in tutto la condizione umana, tranne il peccato, restando sempre fedele e obbediente al Padre. La famiglia di Nazareth è speciale: Maria concepisce pur essendo vergine; e sulla croce diventerà madre adottiva, accolta dal discepolo che Gesù amava. Giuseppe non è il padre biologico di Gesù. Ma se ne prende cura perché ama Maria e ciò che Dio vuole da lei ed accetta il compito che insieme sono scelti a svolgere.
La Santa Famiglia è modello di virtù per tutte le famiglie cristiane: convocate, cioè chiamate dal Signore; in ascolto, per una sempre più limpida intelligenza di fede; in cammino verso la profondità del mistero della vita. Maria e Giuseppe nel tempio consacrano il figlio a Dio, riconoscono che è suo. Non lo tratteranno mai per sé, lo preparano per consegnarlo in dono al mondo. Nella Bibbia i figli sono l’onore dei genitori: ne assicurano il nome nel tempo e sono garanzia di una vecchiaia serena. Sono anche un onere: richiedono l’impegno dell’educazione. Da soli non si può. Che le nostre famiglie possano scoprire il segreto della fecondità dell’amore, la risorsa per garantirsi vitalità, fiducia, durata fedele: la preghiera!
Sr. M. Rosangela Bruzzone