O Dio, che nella gloriosa trasfigurazione del tuo Figlio unigenito
hai confermato i misteri della fede con la testimonianza di Mosè ed Elia, nostri padri,
e hai mirabilmente preannunciato la nostra definitiva adozione a tuoi figli,
fa’ che, ascoltando la parola del tuo amato Figlio, diventiamo coeredi della sua gloria
La festa della Trasfigurazione del Signore, celebrata il 6 agosto in tutte le Chiese d’Oriente e d’Occidente, oggi prevale sulla domenica del tempo ordinario. C’invita a contemplare Gesù nella sua gloria, pienezza traboccante che investe anche noi, se ci lasciamo catturare dalla sua indescrivibile bellezza. Ma per giungere a questa gloria non c’è altra via che la croce.
Il Vangelo presenta il Maestro su un alto monte con tre apostoli. Pietro, stordito e sedotto da ciò che vede: balbetta: “È bello per noi stare qui!”. Ma Gesù non è venuto a fermarsi, è venuto ad amare. E l’amore è dinamico: è esodo, ascolto, dono della vita. La Trasfigurazione è come un gesto di tenerezza infinita che Dio compie nei confronti di suo Figlio diretto al Calvario in piena fiducia nel Padre, che a sua volta dalla nube chiede ai tre di fidarsi di Lui: Ascoltatelo! Quel Dio che non ha volto ha una voce: Gesù è la voce diventata volto. Il “tocco” conclusivo del Signore ricorda ai suoi che quel che hanno vissuto è realtà e va ricondotto alla realtà, come sottolinea la seconda lettura: non favole o leggende ma testimoni oculari! In quel Gesù solo che s’incammina verso una solitudine sempre più grande i discepoli dovranno saper cogliere il fuoco che lo abita e che abita anche loro, figli nel Figlio, amati nell’Amato.
Sr. M. Rosangela Bruzzone