Sr. M. Cecilia Payawal
Filippine
Nessuno amerebbe né si compiacerebbe di essere crocifisso sulla croce. Perché la croce implica dolore, sofferenza e sacrifici. Vogliamo tutti una vita di “istantanei”, come l’instant coffee, cibi e bevande istantanei. Eppure Cristo ha presentato una vita che “attraversa” la Pasqua, il cui nucleo è la passione e la morte sulla CROCE, che conduce alla risurrezione.
La vita di Cristo c’insegna che non esiste una “scorciatoia” per la risurrezione. L’UNICA VIA è il passaggio che attraversa la CROCE. Perché la croce porta alla redenzione, all’incontro, alla comunione ed alla riconciliazione con Dio. È solo allora che si sperimenterà la VITA, VITA NUOVA, LA VITA ETERNA CON IL PADRE.
Per questo, c’è motivo di rendere GRAZIE PER LA CROCE REDENTRICE. Perché:
- sulla croce Cristo ha rivelato il volto di Dio che ama fino all’ultima goccia del suo sangue.
- sulla croce Cristo fu abbandonato dai suoi amici; eppure ai piedi della croce sono rimasti quelli che lo amano e si preoccupano veramente di lui.
- sulla croce Cristo fu inchiodato da coloro che aveva guarito, nutrito, istruito. Ma non c’era nessuna traccia di vendetta nel suo cuore. Invece, li capì e fu compassionevole con loro. Ha detto al Padre: “Perdona loro, perché non sanno quello che stanno facendo“. Ciò che rimaneva nel suo cuore era il perdono, la misericordia, la compassione.
- sulla croce, sebbene abbandonato dagli altri, Cristo non ha abbandonato sua madre Maria. La lasciò a Giovanni, il suo discepolo amato, per accompagnarla, per prendersi cura di lei.
Guardando l’Uomo sulla croce, si potrebbe imparare molto; si poteva sentire il caldo abbraccio di Dio che ama fino alla fine.
Come discepola del Maestro, guardando indietro… Ho visto come mi è stata data la grazia di condividere la sua “Pasqua”, di “passare attraverso” la croce. C’era dolore, ferita. Eppure, a questo punto della mia vita, ho visto come le croci che ho abbracciato sono diventate croci redentive che mi hanno portato ad incontrare Dio, ad entrare in comunione con Dio, a riconciliarmi con Lui, ad essere abbracciata dal suo amore. Per questo prego:
- Signore, grazie per la CROCE DI PUNIZIONE che ho ricevuto da mia madre per la mia trascuratezza, per gli errori commessi, per la disobbedienza ai suoi consigli. Questo mi ha portato ad essere più attenta; ad impegnarmi di più non solo per il bene ma per il meglio; ad ascoltare ciò che dicono gli anziani, perché sono stati formati da più esperienze che hanno dato loro saggezza nella vita.
- Signore, grazie per la CROCE DEI FALLIMENTI. Questa mi ha insegnato che non è il successo a contare di più, ma l’imparare nei fallimenti. La gente mi ha detto che non è la fine del mondo quando fallisco in un concorso o in classe. Perché io non sono il mio successo, né il mio fallimento. In effetti, anche i fallimenti mi fanno sapere chi mi ama nonostante il mio fallimento, e non a causa del mio successo.
- Signore, grazie per la CROCE DI ERRORI E DIFETTI. Ero stata così attenta a non commettere errori, per paura di essere rifiutata e non amata. Ma compiere sbagli mi ha insegnato a vedere quanto Dio sia paziente con me, portandomi a fare lo stesso con gli altri che non soddisfano le mie richieste e aspettative. Le mie colpe mi rendevano consapevole della mia piccolezza di fronte a Dio, insegnandomi a non sminuire gli altri, perché anche loro sono amati e curati da Dio.
- Signore, grazie per la CROCE DI UMILIAZIONE E IMBARAZZO. Tu sei stato il primo ad umiliarti morendo sulla croce. È doloroso essere umiliati. Io tendo a rivendicare il mio valore, i miei titoli e lauree. Eppure mi rendo conto di non avere nulla di cui potrei essere orgogliosa. Perché tutto viene da te e tornerà da te. “Dalla cenere sono venuto, alla cenere tornerò”.
- Signore, grazie per la CROCE DELLA POVERTA’, quando non avevo niente e nessuno. Questo mi ha insegnato a non fare affidamento sulle ricchezze, né sul mio potere né sui miei doni. Invece, mi ha portato a fidarmi di più nella tua provvidenza che non fallisce mai. Mi ha portato a credere più che “Se Dio vuole, Dio provvederà”.
- Signore, grazie per la CROCE DELLE DELUSIONI, DEI SOGNI INFRANTI. Questo mi ha fatto capire che “le tue vie non sono le mie vie, i tuoi piani non sono i miei piani”. Tu sai meglio di me: sai dove condurmi, come guidarmi verso il sentiero che porta alla pienezza di vita.
- Signore, grazie per la CROCE DI ABBANDONO, IMPOTENZA E DISPERAZIONE. Questo mi ha portato ad arrendermi e sottomettermi totalmente alla tua volontà, dandomi la più grande “libertà” dal mio affidamento su me stessa, portandomi ad aggrapparmi maggiormente a te, che potevi gestire le cose meglio di quanto io avrei potuto.
- Signore, grazie per la CROCE DI TRADIMENTO, RIFIUTO E PERSECUZIONE. Questo mi ha invitato a viaggiare verso l’interiorità, a vedere di più la VERITÀ dentro di me, che solo tu puoi vedere e capire. Mi ha portato a stare ferma davanti a te, dietro di te. Mi ha insegnato a fidarmi non degli altri, ma di te che abiti in me, che vedi la bellezza e la bontà in me.
- Signore, grazie per la CROCE DEL DISTACCO dalle persone e cose. Per questo mi hai insegnato a valutare di più il TESORO che dura per sempre; appoggiarmi non sulle ricchezze né sulle persone che passano; ma sul tuo amore che rimane fino alla vita futura.
GRATITUDINE: Questo è ciò che il mio cuore grida in questo momento – non per i premi ma per le punizioni; non per il successo ma per i fallimenti; non per le opere buone ma per gli errori e difetti; non per il riconoscimento e l’affermazione, ma per le umiliazioni e l’imbarazzo; non per ricchezza ma per la povertà; non per le soddisfazioni ma per le delusioni; non per accompagnamenti e punti di forza, ma per l’abbandono, l’impotenza e la disperazione; non per l’onore, la gloria e il potere, ma per il tradimento, la negazione e le persecuzioni; non per l’affetto, ma per il distacco da tutto e da tutti.
GRAZIE, SIGNORE, PER QUESTE CROCI. Perché attraverso loro ho visto come mi hai permesso di partecipare alla tua “Pasqua”, di “passare attraverso” la CROCE che porta alla redenzione, alla resurrezione, cioè LA CROCE REDENTIVA.
“Se, allora, siamo morti con Cristo,
crediamo che vivremo anche con Lui.” (Rom 6, 8)