O Dio, che in modo mirabile
ci hai creati a tua immagine,
e in modo più mirabile
ci hai rinnovati e redenti,
fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio,
che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana.
Il presepe visualizza non una fiaba, ma un evento: per questo dalla notte di Natale i cristiani cominciano a contare gli anni, a raccontare la storia. Il Verbo si è fatto carne per comunicarci il dono più grande: la figliolanza divina. Gesù è il primogenito fra molti fratelli. Dio è uscito dalla sua luce inaccessibile per venire nelle tenebre umane. In Cristo l’uomo è approdato in Dio: solo così trova pace il suo cuore inquieto. Perciò gli angeli possono cantare sulla grotta di Betlemme: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama”. Non è facile credere: tutto sembra contraddire questa profezia angelica. Eppure la pace è assicurata da una Vita più potente della morte e da un Amore più tenace di ogni male. Con la nascita di Gesù è sorto un mondo nuovo: la sua vita può passare in noi e diventare la nostra. Lasciamoci meravigliare da questo Natale come se fosse il primo, deponiamo il carico dei nostri anni e dei nostri rimorsi per aprirci alla gioia e alla speranza, per imitare l’incrollabile fiducia di santa Teresa di Lisieux: “Io non posso temere un Dio che per me si è fatto così piccolo; io lo amo, perché Egli non è che Amore”.
Sr. M. Rosangela Bruzzone