O Dio, che in questo giorno,
con la guida della stella,
hai rivelato alle genti il tuo Figlio unigenito,
conduci benigno anche noi,
che già ti abbiamo conosciuto per la fede,
a contemplare la bellezza della tua gloria.
In nessun presepe può mancare la stella. È stata lei a guidare i Magi verso il luogo che ospitava il piccolo Gesù e sua Madre. Pur essendo pagani erano aperti al mistero, capaci di adorare un bambino e di condividere con semplicità i loro doni. Ma ci volle fede per riconoscere Dio in un neonato, simbolo per eccellenza di fragilità. Questi personaggi misteriosi venuti dall’Oriente (erano davvero tre? erano re?) sono i primi di una lunga processione di uomini e donne che hanno cercato nella loro vita la stella, cioè quel Dio che indica la strada, che mette in cammino verso un orizzonte di pace. L’Epifania è la nostra festa: celebra la vocazione di tutti i popoli alla fede cristiana, “a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa” come spiega san Paolo agli Efesini.
Cristo si definisce “stella radiosa del mattino” (Ap 22,16). È Lui la luce delle genti. E risplende sul volto della Chiesa. Oggi respiriamo l’universalità della salvezza: nel cuore arde un’unica nostalgia, che si placherà contemplando il Signore della gloria. La Chiesa esiste per tutti, per portare in ogni luogo e in ogni tempo la gioia del Vangelo che cambia l’esistenza. Grazie all’inconcepibile grandezza di un Dio che si è abbassato fino al punto di mostrarsi in una mangiatoia, di darsi come cibo sui nostri altari.
Sr. M. Rosangela Bruzzone