Sr. M. Gabriela Kubecka
Aneta è nata a Lublino (Polonia) il 27 febbraio 1980, gemella di Regina con la quale ha trascorso la sua infanzia. Da giovane era impegnata nel gruppo dei giovani del Movimento Luce-Vita, volentieri frequentava i pellegrinaggi al Santuario Mariano Jasna Góra nel gruppo “Timoteo” guidato dai Paolini, viveva la vita della Chiesa partecipandovi in modo attivo.
Giovane promettente e piena di speranza entra in Congregazione a Częstochowa il 16 ottobre 1999. Il parroco della sua parrocchia di origine ce la presenta dicendo: “È una ragazza di preghiera, modesta, collegiale, laboriosa e responsabile. Ha molte qualità che le permetteranno di servire Dio nell’ordine religioso scelto”. Dopo il noviziato, emette la Prima Professione il 29 giugno 2004, la maestra delle novizie, sr. M. Urszula Szymańska, nel presentarla per la professione evidenzia alcune caratteristiche di Aneta: “Aneta possiede grande capacità di apprendimento e approfitta di questo nell’impegno serio per lo studio personale, per approfondire la conoscenza della dottrina della Chiesa e del nostro carisma. Volentieri condivide con il gruppo quello che scopre nello studio personale. Sta crescendo in lei il senso di appartenenza alla nostra Congregazione e alla Famiglia Paolina e sa vivere con gioia la propria vocazione. Possiede il senso della bellezza della liturgia e del nostro servizio liturgico”.
Dopo la professione viene impegnata inizialmente nell’apostolato liturgico prima a Częstochowa poi a Varsavia, di seguito per tre anni frequenta il corso d’infermiera a Varsavia, quindi trascorre un tempo come infermiera a Częstochowa, dedicata specie alla cura delle sorelle inferme. Lei stessa afferma che questo tempo è stato molto propizio per la crescita nel dono di sé stessa agli altri. Emette i voti perpetui il 13 febbraio 2011; nell’autovalutazione scritta in vista dei voti perpetui sottolinea importanti note personali: “Il mio cammino di conformazione a Gesù Maestro è stato segnato da un lato dal gran desiderio di santità e dalla fedeltà alla direzione spirituale e dall’altro ho trovato in me tanta impazienza e la tentazione del perfezionismo. Ho imparato a vedere in me non solo le mie debolezze… ma anche l’azione della grazia. Lavorando come infermiera ho avuto cura di non dimenticare le molte dimensioni del nostro apostolato, per esempio servendo come organista, coltivando la preghiera per i sacerdoti, aiutando nei laboratori di cucito o coltivando il silenzio come riparazione per i peccati commessi con i mezzi di comunicazione e come spazio per ascoltare Dio.
Durante gli anni di juniorato ho coltivato la lectio continua della Bibbia riscoprendo l’importanza personale di questo nutrimento. Il coronamento della mia formazione è il soggiorno in Italia e la partecipazione al Trimestre di preparazione alla Professione Perpetua. La partecipazione alla comunità internazionale a Roma mi ha arricchita molto. Conoscendo la ricchezza Di varie culture, mi convinco ogni giorno che Gesù Maestro, a cui crediamo e che annunciamo è sempre lo stesso, in ogni parte del Mondo. Imparo ad accettare la diversità cercando ciò che veramente è importante: Gloria a Dio e pace agli uomini. Vorrei, seguendo l’esempio di Madre Scolastica Rivata, divenire candela che arde e con gioia consacra la sua vita perché Dio sia glorificato e gli uomini salvati… Dio possa compiere l’opera che ha iniziato chiamandomi a seguire Gesù Maestro da vicino affinchè anche io possa dire alla fine: «non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me»”.
Dopo la Professione Perpetua le viene chiesto di esercitare il ministero di infermiera nella Casa Sacerdotale di Lublino. Si è fatta conoscere come una persona di preghiera, molto silenziosa, non solo era di poche parole ma, non faceva neanche rumore attorno a sé, impegnandosi nel compiere bene ciò che le veniva assegnato. Non entrava in discussioni inutili e non si occupava di cose superflue. Era impegnata nel lavoro su sé stessa, sapeva approfittare di tutto ciò che le veniva offerto per la propria crescita. Si prendeva cura della sua vita spirituale, ogni mattina si alzava presto ed andava a pregare per poi poter servire i sacerdoti anziani. Sapeva approfittare bene del tempo, riuscendo a conciliare il servizio di infermiera con lo studio personale, dando anche un grande contributo per il segretariato provinciale nelle traduzioni dei testi italiani”.
L’hanno sempre distinta: una retta obbedienza e la sincera collaborazione con le persone responsabili, era chiara e retta. Ha compiuto l’apostolato con dedizione, precisione e generosità. “Una volta si trovava in difficoltà e mi chiese di cambiare una certa decisione, ma per motivi importanti non potevo farlo e cercai di spiegarglielo” racconta sr. M. Cecylia Wilk, che all’epoca era superiora provinciale – “Lei mi ascoltò con attenzione, poi si asciugò le lacrime dagli occhi e rispose con forza: va bene! Dopo un po’ la vidi pienamente impegnata nei suoi compiti con un volto allegro, solo successivamente mi confidò che aveva tratto del bene da quella decisione che non era stata cambiata, per questo era felice”.
All’inizio del 2014 le è stato diagnosticato un carcinoma mammario, che ha accettato con grande maturità spirituale e fede intraprendendo gli esami e le cure necessarie, la vedeva come un’opportunità da testimoniare, soprattutto a coloro che stavano lottando con la malattia. Non si lamentava e non si concentrava eccessivamente sulla sua malattia, era fiduciosa che ne sarebbe uscita. Poco prima del primo trattamento di chemioterapia, si scoprì che era stata infettata dal batterio clostridium difficile mentre si occupava di uno dei sacerdoti gravemente malati. Nonostante il ricovero e le cure, il suo corpo indebolito dopo la prima chemioterapia è diventato suscettibile alla crescita di questo batterio, ma c’era la speranza che con i farmaci il suo corpo avrebbe lottato e l’avrebbe superato. Purtroppo, è andata incontro a uno shock settico che l’ha portata alla morte il 21 febbraio 2014 alle 4.30 del mattino in un ospedale di Lublino, a soli 33 anni.
Cara sr. M. Gabriela, nei tuoi appunti hai scritto che volevi essere una candela che arde e con gioia consacra la sua vita perché Dio sia glorificato e gli uomini salvati…. Sei stata veloce a bruciare qui sulla terra, dando tutto quello che potevi… Ti ringraziamo per questo, la tua ultima notte su questa terra, come in tutta la tua vita, è stata la corsa della sposa alla ricerca dello Sposo, che hai finalmente trovato all’alba del giorno gridando piena di felicità: “L’ho afferrato e non lo lascerò andare”. Rimani, dunque, in questo abbraccio d’Amore per sempre ed intercedi per i sacerdoti e per le sorelle, specialmente le più giovani, che, come te, amano Gesù Maestro e donano la loro vita per Lui e per i fratelli in ogni parte del mondo!
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Bella!