Accresci, o Dio,
la fede di chi spera in te
e concedi a noi tuoi fedeli,
che oggi innalziamo questi rami
in onore di Cristo trionfante,
di rimanere uniti a lui,
per portare frutti di opere buone.
La richiesta di questa preghiera tocca le tre virtù teologali! È un bel portale d’ingresso nella Settimana santa, in cui seguiremo i passi di Gesù ora dopo ora, per fare nostri i sentimenti del suo darsi per noi. Oggi occupa un ruolo importante la processione prima della Messa, che attira anche chi non frequenta assiduamente la chiesa. Il rito va compreso nel suo valore simbolico: non è una sfilata storica né una rappresentazione teatrale, è un popolo che cammina pregando. Agitiamo allora anche noi i rami d’ulivo per non essere spettatori, ma partecipi del mistero dell’Amore osannato e tradito. Le palme richiamano la gloria e il martirio, gli ulivi ricordano la preghiera notturna di Gesù nel Getsemani. Cantiamo anche noi “Osanna!” “Dacci salvezza!” come la folla che per le strade di Gerusalemme gridava la sua gioia perché percepiva in Cristo la presenza di Dio che salva. Entriamo nella città santa: Egli ci precede, deciso a portare a compimento la missione affidatagli dal Padre. Riconosciamo in Lui il Messia, il Re, lo Sposo che viene a consumare le nozze sul talamo della croce. Un Re singolare, che cavalca non un cavallo, destriero da guerra, ma un paziente asino, secondo la profezia: “Ecco, a te viene il tuo re. Umile, cavalca un puledro figlio d’asina” (cf Zc 9,9).
Al clima di festa e di esultanza subentra la commozione per la fine ignominiosa dell’Innocente. Ma il trionfo regale di Cristo unisce i due aspetti, perché la croce è la potenza dell’Amore che vince la morte.
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Osanna
Accresci, o Dio,
la fede di chi spera in te
e concedi a noi tuoi fedeli,
che oggi innalziamo questi rami
in onore di Cristo trionfante,
di rimanere uniti a lui,
per portare frutti di opere buone.
La richiesta di questa preghiera tocca le tre virtù teologali! È un bel portale d’ingresso nella Settimana santa, in cui seguiremo i passi di Gesù ora dopo ora, per fare nostri i sentimenti del suo darsi per noi. Oggi occupa un ruolo importante la processione prima della Messa, che attira anche chi non frequenta assiduamente la chiesa. Il rito va compreso nel suo valore simbolico: non è una sfilata storica né una rappresentazione teatrale, è un popolo che cammina pregando. Agitiamo allora anche noi i rami d’ulivo per non essere spettatori, ma partecipi del mistero dell’Amore osannato e tradito. Le palme richiamano la gloria e il martirio, gli ulivi ricordano la preghiera notturna di Gesù nel Getsemani. Cantiamo anche noi “Osanna!” “Dacci salvezza!” come la folla che per le strade di Gerusalemme gridava la sua gioia perché percepiva in Cristo la presenza di Dio che salva. Entriamo nella città santa: Egli ci precede, deciso a portare a compimento la missione affidatagli dal Padre. Riconosciamo in Lui il Messia, il Re, lo Sposo che viene a consumare le nozze sul talamo della croce. Un Re singolare, che cavalca non un cavallo, destriero da guerra, ma un paziente asino, secondo la profezia: “Ecco, a te viene il tuo re. Umile, cavalca un puledro figlio d’asina” (cf Zc 9,9).
Al clima di festa e di esultanza subentra la commozione per la fine ignominiosa dell’Innocente. Ma il trionfo regale di Cristo unisce i due aspetti, perché la croce è la potenza dell’Amore che vince la morte.
Sr. M. Rosangela Bruzzone