O Dio, fonte di vita e di gioia,
rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché,
affrettandoci sulla via dei tuoi comandamenti,
portiamo a tutti gli uomini
il lieto annuncio del Salvatore,
Gesù Cristo tuo Figlio.
Oggi il colore viola dei paramenti si attenua nel rosaceo: è la domenica “Gaudete”! Il nome viene dal verbo latino che apre l’antifona d’ingresso e ritorna nel testo dell’apostolo: “Siate sempre lieti nel Signore” (Fil 4,4). Anche la prima lettura annuncia con esultanza: “Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente” (Sof 3,17). L’entusiasmo del profeta si prolunga nel salmo responsoriale, che invita a lodare il Signore e a proclamare la sua grandezza su tutta la terra (Is 12,2-6). Pensando alle tante sofferenze che ci circondano queste insistenti esortazioni a rallegrarsi ci creano quasi disagio. Eppure la gioia è il distintivo del cristiano. Non è euforia passeggera, ha sapore d’eternità. Non delude, perché frutto non delle nostre opere ma dell’agire di Dio. Nasce da un’attesa (il Signore verrà) e dalla consapevolezza di una Presenza misteriosa ma reale già in atto (il Signore è vicino). Il Verbo si è fatto carne per noi, per infonderci la sua gioia di amare. Perciò questa letizia fiorisce dalla fede, alimenta la speranza, resta salda anche nelle prove. Si manifesta come affabilità verso tutti, porta a superare l’ansia causata dai problemi quotidiani. Non è gioia fasulla, perché in pieno accordo con la volontà di Dio. Per questo chiediamo al Padre di rinnovarci con la potenza del suo Spirito per farci correre sulla via dei suoi comandamenti, perché la vita non va sprecata. “Che cosa dobbiamo fare?” (Lc 3,10). Far spazio alla novità del Natale.
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Il Dio della gioia
O Dio, fonte di vita e di gioia,
rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché,
affrettandoci sulla via dei tuoi comandamenti,
portiamo a tutti gli uomini
il lieto annuncio del Salvatore,
Gesù Cristo tuo Figlio.
Oggi il colore viola dei paramenti si attenua nel rosaceo: è la domenica “Gaudete”! Il nome viene dal verbo latino che apre l’antifona d’ingresso e ritorna nel testo dell’apostolo: “Siate sempre lieti nel Signore” (Fil 4,4). Anche la prima lettura annuncia con esultanza: “Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente” (Sof 3,17). L’entusiasmo del profeta si prolunga nel salmo responsoriale, che invita a lodare il Signore e a proclamare la sua grandezza su tutta la terra (Is 12,2-6). Pensando alle tante sofferenze che ci circondano queste insistenti esortazioni a rallegrarsi ci creano quasi disagio. Eppure la gioia è il distintivo del cristiano. Non è euforia passeggera, ha sapore d’eternità. Non delude, perché frutto non delle nostre opere ma dell’agire di Dio. Nasce da un’attesa (il Signore verrà) e dalla consapevolezza di una Presenza misteriosa ma reale già in atto (il Signore è vicino). Il Verbo si è fatto carne per noi, per infonderci la sua gioia di amare. Perciò questa letizia fiorisce dalla fede, alimenta la speranza, resta salda anche nelle prove. Si manifesta come affabilità verso tutti, porta a superare l’ansia causata dai problemi quotidiani. Non è gioia fasulla, perché in pieno accordo con la volontà di Dio. Per questo chiediamo al Padre di rinnovarci con la potenza del suo Spirito per farci correre sulla via dei suoi comandamenti, perché la vita non va sprecata. “Che cosa dobbiamo fare?” (Lc 3,10). Far spazio alla novità del Natale.
Sr. M. Rosangela Bruzzone