O Dio, tutte le creature sono in tuo potere
e servono al tuo disegno di salvezza:
rendi salda la fede dei tuoi figli,
perché nelle tempeste della vita
possano scorgere la tua presenza forte e amorevole.
La Parola oggi presenta l’enigma del male. “Perché il dolore innocente?” è il dramma di Giobbe. C’è una sapienza che supera i ragionamenti umani, un mondo che solo Dio sa decifrare. La prima lettura descrive poeticamente il mare, nel simbolismo biblico immagine efficace di forze ostili, come una creatura tumultuosa cui il Creatore pone dei limiti. La pagina evangelica narra la tempesta sedata da Gesù: la barca è sballottata, ma Lui c’è! Subito riaffiora alla memoria la Veglia di preghiera svolta in una piazza San Pietro deserta il 27 marzo 2020, in piena pandemia di COVID. La meditazione di papa Francesco fu scandita da un ritornello: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”.
Se c’è la paura non c’è la fede. Eppure la vita si gioca sul fidarsi. I discepoli non hanno ancora capito la dinamica nascosta del regno, quella descritta nelle parabole. “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”. Anche il nostro mondo è sconvolto da guerre, ingiustizie, squilibri ambientali. E Dio sembra dormire! Ma se Lui conduce la storia il male non avrà l’ultima parola: di tutto Egli si serve per attuare il suo disegno di salvezza e di amore. Ha scritto don Primo Mazzolari: “Non la bonaccia, ma la tempesta è il tempo del cristiano, non la sanità ma la malattia, non il successo, ma le persecuzioni… “. Essere certi che Gesù è con noi non significa pensare che nonostante la tempesta “andrà tutto bene”, ma che in mezzo alla tempesta tutto sta andando per il meglio.
Sr. M. Rosangela Bruzzone