O Dio, che ci hai inseriti in Cristo
come tralci nella vite vera,
confermaci nel tuo Spirito,
perché, amandoci gli uni gli altri,
diventiamo primizie di un’umanità nuova.
Il Vangelo di questa domenica (Gv 15,1-8) è fondamentale per comprendere il mistero in cui siamo immersi per il Battesimo. Ciascuno di noi è più di quello che fa: un di più che non ci diamo da soli ma viene da Dio. Siamo già entrati nella vita nuova per la grazia del sacramento che ci ha comunicato la linfa, la forza dello Spirito, innestandoci nella Chiesa. Ma a noi tocca rimanere lì, non perderci in un’esistenza autoreferenziale che conta solo sulle nostre forze. Un tralcio è se stesso quando rimane nella vite. Il segreto della felicità è stare uniti a Gesù per “portare frutto”. Che non va inteso soltanto in termini di opere buone, ma consiste nel credere alla sua Parola, nutrirsi del Pane di vita, essere fedeli a questo rapporto che nessuna prova può scalfire. Perché non è semplice amicizia, ma fusione di vita, circolarità dell’Amore dato e ricevuto.
Inseriti in Cristo partecipiamo dell’Amore trinitario e siamo chiamati a rispondere con l’amore vicendevole. Prima di essere un comandamento, l’amore è un dono! Senza il Signore non possiamo fare nulla. In Lui “non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (1 Gv 3,18). Ci confermi lo Spirito Santo, effuso nei nostri cuori come primizia di una nuova creazione, in cui la famiglia umana sarà riconciliata nella giustizia e nella pace.
Sr. M. Rosangela Bruzzone