Dio, nostro Padre,
che in Cristo buon pastore
ti prendi cura delle nostre infermità,
donaci di ascoltare oggi la sua voce,
perché, riuniti in un solo gregge,
gustiamo la gioia di essere tuoi figli.
La quarta domenica di Pasqua è per tradizione la festa del buon Pastore, icona biblica a noi familiare. Nell’AT Dio raduna il suo popolo dalla dispersione dell’esilio per riportarlo nella terra della libertà. Nel Vangelo (Gv 10,11-18) Gesù si presenta come il pastore “bello” (nel testo greco): bellezza che ha le sue radici nel suo rapporto con il Padre e i suoi frutti nella consegna di sé. La sua esemplarità consiste nel fatto di dare la vita perché anche noi possiamo essere partecipi della comunione divina e diventare figli. Ci commuove la sua nostalgia di tutti: “ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare”. Così rivela il suo desiderio ed il suo metodo: “Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge”. Si tratta di ascoltare per conoscere: e noi sappiamo discernere la sua voce fra molte altre?
Lo stile pastorale di Cristo si esprime nei verbi della dedizione: conosce le sue pecore, le chiama per nome, porta gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri. Segno di questa cura sono le persone chiamate ad una speciale consacrazione: perciò oggi è la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Che il Signore infonda nel cuore dei giovani la volontà di spendersi nel ministero ordinato, nella vita religiosa, nel matrimonio cristiano.
Sr. M. Rosangela Bruzzone