Signore nostro Dio,
che riconduci i cuori dei tuoi fedeli
all’accoglienza di tutte le tue parole,
donaci la sapienza della croce,
perché in Cristo tuo Figlio
diventiamo tempio vivo del tuo amore.
Dopo averci portati nel deserto e poi sul monte della trasfigurazione, oggi il Vangelo c’introduce nel cuore pulsante d’Israele, il tempio di Gerusalemme, sulla spianata brulicante di pellegrini. Il gesto profetico di Gesù che scaccia i mercanti dice che quel culto non è gradito al Padre. Dio è diventato oggetto di compravendita: i furbi lo usano per guadagnarci, i devoti per guadagnarselo. Ma una mentalità di tipo economico è incompatibile con la gratuità dell’alleanza. È idolatria pensare che la salvezza debba essere acquistata. Con Cristo inizia un nuovo modo di vivere la fede: al centro non è più un luogo sacro, ma una relazione santa. Il nuovo culto che Egli offre al Padre è un atto di amore filiale e di obbedienza. Il nuovo santuario è il suo corpo glorioso risorto, è l’inviolabile coscienza dei credenti.
Il tempio custodiva le tavole sulle quali era riportato il decalogo. La prima lettura elenca le dieci parole donate a Mosè sul Sinai: garanzia di vita e di libertà per il popolo. Troveranno compimento nell’unico comandamento dell’amore, vedranno la sintesi nel Cristo crocifisso che Paolo annuncia ai Corinti, nella sapienza della croce che la Chiesa è chiamata a testimoniare. Come non traboccare di gratitudine? Con il battesimo siamo diventati tempio dello Spirito ed abbiamo la legge scritta nel cuore. Una legge che, secondo il salmo 18, “rinfranca l’anima, illumina gli occhi, è più preziosa dell’oro”.
Sr. M. Rosangela Bruzzone