O Padre, che guardi con amore ai tuoi figli,
ispiraci pensieri secondo il tuo cuore,
perché non ci conformiamo
alla mentalità di questo mondo,
ma, seguendo le orme di Cristo,
scegliamo sempre le vie che accrescono la vita.
Il Vangelo di oggi mostra una fase decisiva nel ministero di Gesù: per la prima volta annuncia la sua passione, morte e resurrezione. Da quel momento al compito glorioso di Messia egli aggiunge quello doloroso di Servo sofferente. È cosa tanto inedita che Pietro la rifiuta: “Non ti accadrà mai!”. E il Maestro di rimando: “Segui me, Satana!”, Poco prima ha ricevuto le chiavi del regno, ora la situazione si capovolge: la pietra su cui costruire la Chiesa è trattata come un inciampo sulla strada del Messia.
La logica di Pietro è pure quella dei discepoli: i pensieri umani si scontrano con quelli di Dio. Così il Signore allarga l’invito a tutti: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce…”. La croce non la si sceglie, la si riceve. Non è rassegnazione o resa, è lucida follia d’amore, fino al martirio. Ci è chiesta una decisione libera, appassionata, generosa. Solo se ci lasciamo “sedurre” come il profeta Geremia (prima lettura) siamo capaci di discernere la volontà di Dio, “ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”, come scrive san Paolo ai Romani nella seconda lettura. Il segreto della libertà è questo: ciò che per amore si perde, in realtà non è perso, ma donato. Noi siamo ricchi solo di ciò che abbiamo offerto.
Sr. M. Rosangela Bruzzone