O Dio, Padre della luce,
che conosci le profondità dei cuori,
apri i nostri occhi con la grazia del tuo Spirito,
perché vediamo colui che hai mandato ad illuminare il mondo
e crediamo in lui solo: Gesù Cristo,
tuo Figlio, nostro salvatore.
La proposta di questa domenica è uno sguardo nuovo. Nella prima lettura il profeta unge re Davide, il più piccolo della famiglia: “l’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore”. In questo senso Paolo esorta gli Efesini a cercare “ciò che è gradito al Signore” e a non partecipare “alle opere infruttuose delle tenebre”. La pagina evangelica racconta la guarigione del cieco nato come frutto di un percorso in cui Dio è vicino con la sua potenza di compassione. Punto di partenza per una giusta conoscenza di Gesù è la sua umanità: il suo camminare ad occhi aperti (“passando vide”), il suo prendersi cura della realtà malata plasmandola, come in principio, in creatura nuova, il suo negarsi a teorie retributive che legano malattia e peccato. Quel cieco e i suoi genitori non avevano bisogno di colpevolizzazioni ma di cura: qui si svela “l’opera di Dio” come volontà di bene e perdono. Chi è cieco e chi vede? vede chi sa vedere la propria cecità ed aprirsi all’azione sanante di Cristo. Vede solo chi ascolta: la fede è uno sguardo nuovo che nasce dall’ascolto. Un nuovo inizio è possibile per chi si lascia illuminare dall’Inviato del Padre e lavare dalla sua vita divina.
Sr. M. Rosangela Bruzzone
1 Comment
Grazie Sr. M. Rosangela, i tuoi commenti ci aiutano a pregare e godere la belleza, profondità ed essencialità della Parola di Dio nella liturgia di ogni domenica.