O Dio, sorgente della vita,
che offri all’umanità l’acqua viva della tua grazia,
concedi al tuo popolo di confessare che Gesù è il salvatore del mondo
e di adorarti in spirito e verità.
Il simbolo dell’acqua collega le letture bibliche. Ha sete il popolo nel deserto e si domanda: “Il Signore è in mezzo a noi sì o no?”. Ha sete Gesù e chiede: “Dammi da bere”. H sete la samaritana, abbiamo sete anche noi. La sete è la metafora di tutti i bisogni che ci abitano. Gesù educa la donna – e noi – a saper domandare, ad allargare il cuore per imparare a conoscere il suo dono. Lui placa la nostra sete ma non la spegne: non lo cercheremmo più. La nostra sete è un desiderio di vita. La sua sete è la volontà di darci vita. La samaritana ci rassomiglia, ci rappresenta tutti. È la sposa che se n’è andata dietro altri amori e che Dio, lo Sposo, vuole riconquistare. Non con minacce o rimproveri, ma con l’offerta di un amore più grande. Perché la vera povertà è la solitudine: nessuno basta a se stesso. Occorre la fede per riconoscere il Salvatore del mondo, per far scaturire dalla dura roccia della nostra vita l’acqua viva dello Spirito che, già effuso in noi nel Battesimo, ci ha resi templi, ci fa gustare la gioia di essere figli amati. Ha ragione san Paolo “Giustificati per la fede, noi siamo in pace con Dio”.
Sr. M. Rosangela Bruzzone