«Non temere, piccolo gregge…»
(Lc 12, 32)
O Dio, fedele alle tue promesse,
che ti sei rivelato al nostro padre Abramo,
donaci di vivere come pellegrini in questo mondo,
affinché, vigilanti nell’attesa,
possiamo accogliere il tuo Figlio nell’ora della sua venuta.
“Non temere” è una conosciutissima espressione biblica che è pronunciata per coloro che sono chiamati ad un compito particolare dentro la storia della Salvezza. Gesù si rivolge ad un gregge piccolo ma illuminato e sostenuto dallo Spirito; un piccolo gregge che ha popolato la terra, indifeso ma ricco della grazia della fede, che ha trasformato la Storia con l’annuncio della presenza operante del Salvatore, Gesù Cristo, Figlio di Dio, morto e risorto perché chiunque crede in lui non muoia ma abbia la vita e la felicità in eterno.
Per questo Gesù chiede grande vigilanza e profonda saggezza nella vita cristiana. Chiede di restare nell’atteggiamento dei servi, che per servire si indossavano la veste ai fianchi; chiede di tenere le lampade accese, di restare in attesa della venuta del Signore, per ascoltare Lui che bussa alla porta e potergli aprire quando arriva. Nel piccolo gregge tutti sono fratelli e sorelle, tutti hanno ricevuto il compito di vigilare.
Se la vita è un sentiero verso il Regno è indispensabile non farsi prigioniero delle cose. Avere un tesoro in cielo significa chiedersi cosa è importante: “dove è il cuore”. Se riconosciamo la signoria di Dio sulle nostre vite, lentamente e non senza fatica scopriamo che le “cose” non sono in fondo così importanti e che possiamo distaccarcene. Che la loro bellezza fiorisce quando le condividiamo e non quando le possediamo e basta.
Sr. M. Lidia Natsuko Awoki, pddm