«Quello che ha preparato, di chi sarà?»
(Lc 12, 20)
O Dio, fonte della carità,
che in Cristo tuo Figlio
ci chiami a condividere la gioia del Regno,
donaci di lavorare con impegno in questo mondo,
affinché, liberi da ogni cupidigia,
ricerchiamo il vero bene della sapienza.
Oggi, la Parola di Dio risuona con forza e ci chiama ad un confronto aperto e ad una presa di co-scienza, su quale il nostro rapporto con la ricchezza. Ci può illuminare il pensiero di sant’Ambrogio: “Resta nel mondo tutto quanto è del mondo, e ci vediamo sfuggire tutto quanto accumuliamo per i nostri eredi: infatti non è nostro ciò che non possiamo portare con noi”.
ll lavoro, il guadagno sono necessari nella vita, ma non danno senso alla vita dell’uomo; non ga-rantiscono la vita eterna. Il senso alla vita lo dà soltanto l’ “essere risorti con Cristo”, il “rivolgere il pensiero alle cose di lassù” anche nel lavoro, nell’impegno economico, nella produzione dei beni di questa terra, con la certezza che la salvezza è solo in Cristo che “è tutto in tutti”. Siamo chiamati ad impegnarci ad essere aperti ai bisogni del prossimo, a costruire la nostra vita su Gesù Cristo, che è la nostra vera ricchezza. Il focus quotidiano è quello di cercare sempre ciò che vale davanti a Dio, Principio e Fine di tutte le cose.
Quando i beni materiali perdono la loro dimensione di provvidenza a servizio di una vita buona, ricevuta da Dio e condivisa con i fratelli e sorelle, diventano un idolo che sottomette la vita alla schiavitù dell’accumulo, all’ansia di non avere abbastanza o di perdere qualcosa, alla quantifica-zione dell’essere sulla base dell’avere. Nella famiglia dei figli di Dio i beni servono alla vita, non viceversa. E ci si arricchisce usandoli in modo creativo per generare relazioni di reciproco aiuto, per favorire la solidarietà, la condivisione.
Sr. M. Lidia Natsuko Awoki, pddm