«E cominciarono a far festa»
(Lc 15,24)
O Dio, Padre buono e grande nel perdono,
accogli nell’abbraccio del tuo amore,
tutti i figli che tornano a te con animo pentito;
ricoprili delle splendide vesti di salvezza,
perché possano gustare la tua gioia
nella cena pasquale dell’Agnello.
L’abbraccio del Padre, speranza inattesa, raduna ogni uomo alla mensa del perdono. Il figlio perduto è tornato alla vita. E cominciarono a far festa. Il Padre dà ordine che si faccia festa: il figlio era morto ed è tornato in vita. Lo ripete due volte, lo dice ai servi e poi lo dirà anche al figlio maggiore. La conversione è già una resurrezione, un’anticipazione della resurrezione finale. Ogni volta che nel nostro cuore si apre un cammino di conversione sperimentiamo qualcosa di quella vita che un giorno vivremo in pienezza.
È il Padre che per primo ha voluto fare festa dopo il ritorno del figlio minore! La sua misericordia, non si esaurisce nell’abbraccio benedicente verso il figlio perduto, ora tornato in vita, ma esplode in una gioia incontenibile che vuole coinvolgere ogni uomo, ogni donna.
Questa gioia per il perdono offerto da Dio è la ragione decisiva per cui fare festa, motivo più vero e radicale di ogni illusorio entusiasmo mondano. È in questa gioia della festa che possiamo collaborare con il Signore alla costruzione di un nuovo Regno, segnato da relazioni rinnovate e più autentiche. È in questa gioia che possiamo preparare davvero la Pasqua, la grande festa dell’amore di Dio per tutta l’umanità.
Sr. M. Lidia Natsuko Awoki, pddm