“Come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te”.
(Is 62, 5b)
O Dio, che nell’ora della croce
hai chiamato l’umanità
a unirsi in Cristo, sposo e Signore,
fa’ che in questo convito domenicale
la santa Chiesa sperimenti
la forza trasformante del suo amore,
e pregusti nella speranza la gioia delle nozze eterne.
Il quarto Vangelo si apre con un invito a nozze come primo luogo dell’esperienza del Dio di Gesù. Siamo fatti per le nozze, per l’incontro, per l’intimità, cioè per amare ed essere amati. Ed è proprio la dimensione più umana nella vita che diventa segno del divino.
Il profeta Isaia preannuncia: “Come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te”. Nel Vangelo, Gesù è venuto a portarci la misericordia di Dio per la nostra gioia, l’amore di uno sposo per la sua amata, la promessa di fedeltà eterna. Gesù viene a colmare la mancanza di vino, simbolo di gioia, festa e amore.
Dio vuole essere lo sposo del suo popolo: anela a un amore ardente, appassionato. Desidera stare insieme agli uomini e alle donne, in un rapporto d’amore, desidera essere amato dalle sue creature come una sposa ama il suo sposo.
L’amico dello sposo esulta di gioia alla sua voce. “Essere presente” e “ascoltare”: sono due atteggiamenti fondamentali per la nostra vita e per realizzare la nostra umanità. Noi realizziamo pienamente la nostra umanità quando siamo presenti al dolore e alla speranza delle nostre sorelle e dei nostri fratelli, quando siamo una presenza reale su cui possono contare, e siamo persone desiderose di ascoltarli, perché la loro vita ci sta a cuore. Giovanni evangelista sta parlando del Battista, ma la gioia con cui parla di Gesù esce direttamente dal suo cuore: è la gioia che Lui sentiva quando ascoltava la voce dello Sposo. “L’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo”.
Sr. M. Lidia Natsuko Awoki, pddm