«Io sono il pane della vita;
chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!»
(Gv 6, 35)
O Dio, che affidi al lavoro dell’uomo
le risorse del creato,
fa’ che non manchi il pane sulla mensa dei tuoi figli,
e risveglia in noi il desiderio della tua parola.
La fame di pane, o di senso del vivere, che ogni giorno ritorna dentro di noi, ci ricorda che abbiamo bisogno di sazietà per affrontare le sfide quotidiane. Le folle, che sono state nutrite da Gesù con la condivisione dei cinque pani e due pesci messi a disposizione da un ragazzo presente tra la gente, hanno gustato gratuitamente la pienezza della sazietà. Le stesse folle, sazie, oggi avanzano la pretesa di non avere più fame in futuro. Rileggendo la storia di salvezza del popolo eletto il Maestro Gesù ci ricorda che sempre, lungo il cammino della vita, siamo nutriti e sfamati dalla provvidenza di Dio. E ci invita a far memoria delle meraviglie da Lui compiute: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». E non dobbiamo faticare nella ricerca, ma semplicemente accoglierlo come un dono, secondo la sua promessa: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!» (cfr Gv 6,24-35).
Sr. M. Micaela Monetti, pddm