«Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti,
e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.»
(Gv 6, 11)
O Padre, che nella Pasqua domenicale
ci chiami a condividere il pane vivo disceso dal cielo,
aiutaci a spezzare nella carità di Cristo
anche il pane terreno,
perché sia saziata ogni fame del corpo e dello spirito.
Di pane si tratta questa domenica. La parola di Gesù che, come comunità cristiana siamo chiamati ad assaporare, profuma di un pane offerto, benedetto, spezzato e condiviso per una moltitudine affamata e stanca (Gv 6,1-15).
«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?», dice Andrea, fratello di Simon Pietro. Certo il rapporto numerico è sproporzionato: cinque pani d’orzo per sfamare cinquemila uomini… Ma ancor prima della lettura quantitativa questa domanda risuona dura e graffiante, come la nostra incredulità. Andrea sembra dar voce alla nostra mancanza di fede e di ricerca: «…ma che cos’è questo per tanta gente?». Che significato ha questo, oggi, per tanta gente? La preghiera della colletta ci aiuta a trovare la risposta: condividere il pane vivo disceso dal cielo, ci allena a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia saziata ogni fame del corpo e dello spirito.
Sr. M. Micaela Monetti, pddm