«Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.»
O Padre,
che spargi nei nostri cuori
il seme del tuo regno di verità e di grazia,
concedici di accoglierlo con fiducia e coltivarlo con pazienza,
per portare frutti di giustizia nella nostra vita.
Il seme che cresce da sé: è il protagonista della parabola che il Vangelo di Marco (4,26-34), l‘unico tra gli evangelisti, ci racconta. Un seme piccolo che ha in sé la vitalità e la potenza della crescita, come e quando la vita vuole. A noi, contadini saggi e pazienti, è chiesto l’esercizio quotidiano di assecondare il seme. Anche la raccolta e la mietitura non dipendono dal contadino ma dalla maturità del seme: quando è al punto giusto arriva la falce che raccoglie. Questo ci riporta ad una verità emersa con chiarezza in questi ultimi mesi: la produzione, anche del seme maturo, non dipende da me, da te, da noi. Stai calmo, il mondo è già salvo. A noi, discepoli del Signore che accogliamo il seme della sua Parola è chiesto di vivere da salvati, perché il Regno di Dio cresce e si diffonde nonostante le mie fatiche e le mie programmazioni. Accogliamo la vita donata e se c’è un impegno su cui vigilare è quello di non porre ostacoli alla diffusione del Regno; è coltivare uno sguardo contemplativo sulla realtà e sulla vita che ci permette di scoprire il germe che già germoglia per grazia! Ripartiamo dal primato di Dio: annunciare che il Regno è di Dio, non nostro. E lasciare che cresca in noi.
Sr. M. Micaela Monetti, pddm