«Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.»
(Gv 6, 51)
Signore, che ci hai radunati intorno al tuo altare
per offrirti il sacrificio della nuova alleanza,
purifica i nostri cuori,
perché alla cena dell’Agnello
possiamo pregustare la Pasqua eterna
della Gerusalemme del cielo.
Oggi, come comunità riunita a celebrare la Pasqua settimanale, con l’evangelista Marco, siamo ricondotte nella grande sala, al piano superiore, preparata per mangiare la Cena pasquale. Come discepoli obbedienti anche noi ci sediamo a questa tavola imbandita, non solo per obbedienza ad un precetto, ma per accogliere la benedizione di Dio, in Gesù maestro, che trasforma il pane e il vino nel dono totale di sé.
“Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Questo Pane di vita oggi si fa pellegrino nelle strade delle nostre città, nelle nostre piazze, tra le nostre case, come pane del cammino da condividere e spezzare per tutti: perché nessuno abbia più da avere fame. Nessuno!
Sr. M. Micaela Monetti, pddm