«Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.»
(Gv 14, 34)
O Dio, che ci hai riuniti per celebrare la santa Cena
nella quale il tuo unico Figlio,
prima di consegnarsi alla morte,
affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio,
convito nuziale del suo amore,
fa’ che dalla partecipazione a così grande mistero
attingiamo pienezza di carità e di vita.
Nella Cena del Signore, oggi sediamo al convito delle Nozze, che lo Sposo ha imbandito nel suo amore per noi. È la Cena con la quale entriamo nella Pasqua, nel passaggio dalla morte alla vita, dalla schiavitù alla liberazione, dalle tenebre alla luce. Seduti a questa mensa, festosa per i riti, e carica di emozioni per i gesti e le parole di addio, evitiamo di vivere l’evento distratti dall’abitudine. È una festa di Nozze: le Nozze dell’Agnello che volontariamente si consegna, per amore e per riscattarci dal potere del Maligno. È la notte della lotta, nella preghiera filiale nell’abbandono assoluto alla volontà del Padre, prima di lasciarsi catturare e di consegnarsi volontariamente nelle mani di coloro che lo condanneranno a morte. È tempo da vivere come discepoli, coloro che ascoltano e seguono, silenti e impauriti, sempre alla ricerca del suo sguardo che perdona e rincuora.
Sr. M. Micaela Monetti, pddm