«Quale gratitudine vi è dovuta?».
(Lc 6, 32.34)
Padre misericordioso,
che fai sorgere il sole sui buoni e sui malvagi,
rendici capaci di perdonare chi ci fa del male,
affinché il nostro amore non conosca nemici,
e viviamo da figli e fratelli in Cristo Signore.
Amare (agapáo) il nemico significa andare verso l’altro con gratuità anche se ci ostacola; significa volere il bene dell’altro anche se è colui che ci fa del male; significa fare il bene, avere cura dell’altro amandolo come se stessi. Il comandamento dell’amore riguarda innanzitutto i nemici. Questo amore verso il nemico è l’agàpe, l’amore stesso con il quale Dio ci ama, ed è Dio stesso. L’amore per il nemico è la prova che attesta se realmente abbiamo conosciuto Dio.
Compito del discepolo è perdonare e donare. Per-donare è fare il dono per eccellenza, essendo il perdono il dono dei doni. Il dono è l’azione di Dio e deve essere l’azione dei cristiani verso gli altri. L’abbondanza del donare oggi misura l’abbondanza del dono di Dio in ogni tempo. Gesù propone ai discepoli la pratica di un amore gratuito e creativo, che esprime l’essenza del vangelo: ovvero mostrare il volto di Dio.
Ora, chiediamo la grazia di orientare il nostro sguardo a Lui, perché il nostro cuore si accenda e i desideri si accrescano. Il nostro sommo bene ci viene proprio dall’amore dei nemici, perché ci dà la possibilità di amare come ama Dio, nella totale gratuità.
Sr. M. Lidia Natsuko Awoki, pddm