O Dio, che hai rivelato la pienezza della legge
nel comandamento dell’amore,
dona al tuo popolo di conoscere
le profondità della sapienza e della giustizia,
per entrare nel tuo regno di riconciliazione e di pace.
Nel Vangelo di oggi Gesù approfondisce il senso di quella giustizia che, già presente tra le beatitudini, indica la fedeltà obbediente al volere del Padre. Nelle cosiddette “antitesi” del discorso della montagna il senso del primo elemento, la citazione della legge (“Avete udito …) è svelato dal secondo, l’interpretazione del Signore (“Ma io vi dico”): l’omicidio comincia dall’ira, l’adulterio comincia dal desiderio. L’antica sinagoga contava 613 precetti, di cui 365 erano divieti: il nuovo comandamento dell’amore è un salto di qualità, fa appello ad una responsabilità liberante. Non basta essere corretti, non è sufficiente fare il proprio dovere: la nuova sapienza porta a donare la vita! Le relazioni interpersonali sono il luogo del vero culto a Dio: quindi la riconciliazione con il fratello è essenziale perché la celebrazione eucaristica sia autentica. Gesù mette anche in guardia dalla concupiscenza, dallo sguardo che rende la donna oggetto di possesso. Ed auspica un parlare talmente vero da non aver bisogno di giuramenti. Così guarire il cuore significa guarire la vita.
Invochiamo allora il dono dello Spirito, che scruta anche le profondità di Dio, per seguire Gesù Maestro, pienezza della legge perché Parola definitiva del Padre.
Sr. M. Rosangela Bruzzone