«Questo è il mio comandamento:
che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.»
(Gv 15, 12)
O Padre, che nel tuo Figlio ci hai chiamati amici,
rinnova i prodigi del tuo Spirito,
perché, amando come Gesù ci ha amati,
gustiamo la pienezza della gioia.
Mentre il tempo di Pasqua trascorre, di domenica in domenica, come in un percorso a spirale di crescita continua, siamo costantemente ricondotti all’evento centrale della nostra salvezza. Il Vangelo ci annuncia l’evento pasquale della Cena e del discorso ultimo di Gesù Maestro con cui ci consegna il desiderio del suo cuore: che noi possiamo esperimentare la pienezza della sua gioia. “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15, 9-17). Non è una gioia misurata, né la ricompensa al nostro impegno di bene o di mortificazione, che ci siamo proposti per ottenere una ricompensa adeguata. No, la gioia che Gesù desidera per i suoi amici ha una misura illimitata, una dimensione divina, configurata sulla sua che, pur essendo Dio, si fece uomo e portò con sé la nostra umanità nella sua morte e nella sua risurrezione gloriosa. Avremo un cuore capace di reggere a tanta gioia? E, soprattutto, traspare in noi e da noi la gioia di Dio che ci abita nel profondo?
Sr. M. Micaela Monetti, pddm