O Dio, che fai risplendere la tua gloria
nelle opere di giustizia e di carità,
dona alla tua Chiesa di essere luce del mondo e sale della terra,
per testimoniare con la vita la potenza di Cristo crocifisso e risorto.
Il Vangelo della scorsa domenica proponeva nelle beatitudini il ritratto interiore di Gesù: anche oggi le immagini del sale e della luce dicono qualcosa di Lui. E di noi! Non si tratta di un’esortazione: “siate”, sforzatevi di diventare sale e luce, ma: “sappiate che lo siete già”. È una condizione, una testimonianza, anzi una profezia, di cui il mondo ha diritto, desiderio, bisogno. Con tutti i nostri limiti e le nostre ombre noi siamo luce? Sì, perché possiamo compiere le opere elencate dal profeta Isaia nella prima lettura: offrire il pane all’affamato, introdurre in casa i senza tetto, vestire chi è nudo … Essere sale della terra significa dire alle persone: – tu sei figlio amato -. Essere luce del mondo significa tenere alta la Parola: ascoltare le fragilità con mitezza, comunicando la gioia della fede, manifestando la vera comunità cristiana, popolo delle beatitudini. Chi vede l’operare dei cristiani è spinto a dare gloria a Dio, non ad applaudire i credenti. Perché le opere belle diventano segno che rinvia al Padre che è nei cieli. Per annunciare Cristo non si rincorre la sapienza umana, ma come l’apostolo Paolo si confida nella forza salvifica della croce e nel dono dello Spirito.
Sr. M. Rosangela Bruzzone