«E chinatosi … scriveva per terra»
(Gv 8,8)
Dio di bontà, che rinnovi in Cristo tutte le cose,
davanti a te sta la nostra miseria:
tu che hai mandato il tuo Figlio unigenito
non per condannare ma per salvare il mondo,
perdona ogni nostra colpa e fa’ che rifiorisca nel nostro cuore
il canto della gratitudine e della gioia.
Gesù si china, scrive a terra poi si alza, parla, sentenzia e poi di nuovo si china e scrive a terra, senza proferire parola. Dalla posizione di chi è seduto passa a quella di chi si china verso terra, si inchina di fronte alla donna che è in piedi davanti a lui! Bellissima immagine! Questo chinarsi apre e chiude il suo discorso di difensore improvvisato. Perché Gesù si china? Gesù sceglie di mettersi a terra con lei. Si mette al suo livello, alla sua bassezza. Condivide la postura della condannata, e da un segno a quella donna per dire ci sono, sono con te. Stare in piedi significava stare dalla parte dei giudici, di chi si sente sopra, meglio, migliore. Stare chinato significa stare dalla parte del giudicato, del peccatore, del condannato.
Chinatosi, scrive con il dito per terra. Il dito di Gesù ora scrive la nuova Legge, non scolpendola sulle due tavole di pietra consegnate a Mosè, ma per terra. La Legge comanda di amare: in quanto norma, essa stessa è uno sguardo esterno che giudica e condanna, e non ama; dà morte, non vita. La nuova Legge invece è scritta sulla carne, sulla carne di Gesù. Non è più una norma che condanna dall’esterno, ma una persona che ama con tutto sé stesso. Amando, cioè perdonando e prendendo su di sé, Gesù scrive la Legge con il suo dito, non sulla pietra ma nel nostro cuore. Gesù trasforma l’episodio dell’adultera in un incontro umano e umanizzante.
La contemplazione dell’incontro di Gesù con questa donna ci fa conoscere la misericordia di Dio, le sue viscere di compassione, la sua passione d’amore per noi, uomini e donne. Nel mistero dell’Incarnazione incontriamo la tenerezza e l’amore di Dio che si china sui nostri limiti, sulle nostre debolezze, sui nostri peccati e si abbassa fino a noi.
Sr. M. Lidia Natsuko Awoki, pddm