O Padre, che in Cristo, via, verità e vita,
riveli a noi il tuo volto,
fa’ che aderendo a lui, pietra viva,
veniamo edificati come tempio della tua gloria.
Gerusalemme, di sera, nel cenacolo, al piano superiore. Il Maestro saluta i suoi discepoli prima di andarsene. La separazione è imminente, dolorosa. Ma non li abbandona. Li aveva chiamati a seguirlo perché stessero con lui, ora promette che tornerà a prenderli. “Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede in Dio e anche in me”. Sin dalla nascita noi avanziamo tra paura e dubbio, braccati dalla morte ed assetati di vita, erranti in cerca di una dimora. Sulle nostre strade tortuose, al di là dei nostri vicoli ciechi, si staglia il volto di Colui che è l’unica via. Nei travisamenti delle nostre menzogne Cristo risplende come verità: non teoria astratta, ma parola diversa da ogni altra, volto, sguardo luminoso, mano tesa. Via di verità che diventa vita, comunione con Dio. La domanda di Filippo, “Signore, mostraci il Padre e ci basta” esprime la nostra nostalgia. Chiediamo poco? Ce lo facciamo bastare? Invece è tutto! Se guardiamo a Gesù, come vive, come ama, come muore, capiamo Dio. Nessuno va al Padre se non attraverso il Figlio. Arrivare in Cielo non è guadagnarsi un posto ma aderire al Signore, pietra angolare, per edificare in Lui la Chiesa, come dice Pietro nella seconda lettura.
Sr. M. Rosangela Bruzzone