«Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.»
(Gv 10, 14)
Dio, nostro Padre,
che in Cristo buon pastore
ti prendi cura delle nostre infermità,
donaci di ascoltare oggi la sua voce,
perché, riuniti in un solo gregge,
gustiamo la gioia di essere tuoi figli.
“Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore”. La parola rassicurante di Gesù, Pastore bello e buono, che oggi risuona nel Vangelo (Gv 10,11-18) scende come balsamo sulle nostre paure e sulle nostre ferite che ci sembrano inguaribili, incapaci come siamo di trovare salute e salvezza da soli, o con le sole nostre forse. È Lui che si prende cura delle nostre infermità e delle nostre fragilità e ci insegna a trattare con tenerezza le nostre e le altrui debolezze, come spesso ci esorta Papa Francesco. Se ci prendiamo il tempo necessario ad ascoltare con libertà di cuore la sua voce che risuona nel silenzio della nostra coscienza troveremo consolazione e gioia di vivere. E ci sarà data la gioia di sperimentare quanto canta il salmista: anche se cammino nelle tenebre e nell’ombra di morte non avrò paura perché Tu sei con me (Sal. 22).
Sr. M. Micaela Monetti, pddm