O Dio, che in questo giorno a te consacrato
convochi la Chiesa santa alla tua presenza
perché́ il tuo Figlio annunci ancora il suo Vangelo,
fa’ che teniamo i nostri occhi fissi su di lui,
ed oggi si compirà in noi la parola di salvezza.
Oggi, domenica “della Parola”, l’attenzione è posta sulla proclamazione del Vangelo (Lc 4,14-21). In quel sabato, nella sinagoga di Nazareth, Gesù esce dall’oscurità dei suoi anni giovanili offrendosi allo sguardo di tutti senza paura. Aperto il rotolo che gli è dato legge dal cap. 61 di Isaia un annuncio di speranza e di liberazione. Il silenzio e gli occhi fissi dell’uditorio attendono l’omelia, che sarà invece una sola frase, lapidaria, esplosiva: “Oggi si è compiuta questa Scrittura per voi che ascoltate”. Così applica a sé stesso la profezia: è Lui il lieto annuncio ai poveri e agli oppressi. Consacrato dallo Spirito, Cristo diventa mediazione gioiosa che trasforma il tempo in “anno di grazia”.
Nel Figlio il Padre ci ha dato tutto e ci ha detto tutto. La Parola si compie prima nella sua persona, poi nella comunità cristiana convocata nel giorno consacrato al Signore. Quest’”oggi” appartiene ad ogni generazione di credenti: nella liturgia Dio fa la Parola che racconta, compie la salvezza che dice. Quando in chiesa si legge la Scrittura è Cristo che parla, annuncia ancora il suo Vangelo. Teniamo allora fissi su di Lui gli occhi del cuore, colmi del desiderio di bellezza, verità, sapienza. E sgorgherà in noi la speranza che può trasformare e salvare il mondo.
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Oggi la Parola
O Dio, che in questo giorno a te consacrato
convochi la Chiesa santa alla tua presenza
perché́ il tuo Figlio annunci ancora il suo Vangelo,
fa’ che teniamo i nostri occhi fissi su di lui,
ed oggi si compirà in noi la parola di salvezza.
Oggi, domenica “della Parola”, l’attenzione è posta sulla proclamazione del Vangelo (Lc 4,14-21). In quel sabato, nella sinagoga di Nazareth, Gesù esce dall’oscurità dei suoi anni giovanili offrendosi allo sguardo di tutti senza paura. Aperto il rotolo che gli è dato legge dal cap. 61 di Isaia un annuncio di speranza e di liberazione. Il silenzio e gli occhi fissi dell’uditorio attendono l’omelia, che sarà invece una sola frase, lapidaria, esplosiva: “Oggi si è compiuta questa Scrittura per voi che ascoltate”. Così applica a sé stesso la profezia: è Lui il lieto annuncio ai poveri e agli oppressi. Consacrato dallo Spirito, Cristo diventa mediazione gioiosa che trasforma il tempo in “anno di grazia”.
Nel Figlio il Padre ci ha dato tutto e ci ha detto tutto. La Parola si compie prima nella sua persona, poi nella comunità cristiana convocata nel giorno consacrato al Signore. Quest’”oggi” appartiene ad ogni generazione di credenti: nella liturgia Dio fa la Parola che racconta, compie la salvezza che dice. Quando in chiesa si legge la Scrittura è Cristo che parla, annuncia ancora il suo Vangelo. Teniamo allora fissi su di Lui gli occhi del cuore, colmi del desiderio di bellezza, verità, sapienza. E sgorgherà in noi la speranza che può trasformare e salvare il mondo.
Sr. M. Rosangela Bruzzone