«Lascialo ancora quest’anno»
(Lc 13,8)
O Dio dei nostri padri,
che ascolti il grido degli oppressi,
concedi ai tuoi fedeli
di riconoscere nelle vicende della storia
il tuo invito alla conversione,
per aderire sempre più saldamente a Cristo,
roccia della nostra salvezza.
La parabola del fico sterile è un preciso invito a non trascorrere un’esistenza vuota, ma a fruttificare e arricchirsi per il giorno della chiamata del Signore. La pazienza di Dio che sa aspettare perché l’uomo si converta e porti frutto, c’impegna valorizzare il dono della vita. La parabola è trasparente. Il Padre e il Figlio si prendono cura dell’uomo e si attendono che egli risponda al loro amore. Ma come il fico è sterile, così l’uomo non fa frutti di conversione.
Ma Dio accorda una proroga all’uomo e si prodiga per la sua cura perché fruttifichi e non venga tagliato. Il “quest’anno” indica tutti gli anni e i secoli delle generazioni che verranno. è l’anno della pazienza e della misericordia di Dio. “Lascialo ancora quest’anno” significa l’anno di grazia del Signore, annunziato a Nazaret e che dura sempre, tutta una vita. È un movimento accordato da chi conosce il nostro cuore e sa che l’uomo ha bisogno di tempo, a volte di lunghi tempi, per diventare il progetto pensato: sino a quando “Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua, che darà frutto a suo tempo” (salmo 1,3).
All’albero viene concessa una tregua di un anno e una cura specifica, un’ultima chance. Se porterà frutto in futuro, bene, altrimenti sarà tagliato. Questo è il tempo decisivo prima della venuta finale del Regno, l’anno di grazia del Signore. Anche per noi è tempo di portare frutto di conversione alla misericordia, e rivolgere il cuore verso i poveri, verso tutti coloro che attendono una parola di salvezza.
Sr. M. Lidia Natsuko Awoki, pddm