«Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi
e l’amore di lui è perfetto in noi.»
(1Gv 4,12)
O Dio, che hai creato l’uomo e la donna
perché i due siano una carne sola,
dona loro un cuore sempre fedele,
perché nella santità dell’amore
nulla separi quello che tu stesso hai unito.
Fin dall’origine il nostro Dio, creatore e Padre, ci costituisce nell’unità e conduce l’uno incontro all’altra per permetterci di vivere in pienezza la vocazione all’amore. Al contrario il Nemico antico, il Diavolo, è colui che divide e dividendoci, l’uno dall’altra, ci indebolisce fino a renderci suoi schiavi. Così l’esistenza, invece di aprirsi alla vita, ha un solo destino: la morte.
Gesù nel suo Vangelo (Mc 10,2-16) ci riconduce al principio, al disegno originario che non è soggetto a leggi fatte dall’uomo, che spesso per meglio organizzare anche la vita sociale finiscono per stabilire la vittoria del più forte sul più debole. Al centro Gesù pone ancora un bambino, i piccoli con i quali si identifica, fino a ricondurci alla origine della sua missione: Colui che lo ha mandato. E prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro: gesti di tenerezza e di benedizione che imprimono nei piccoli l’esperienza fondativa: “Tu sei prezioso ai miei occhi, degno di stima ed io ti amo”.
Sr. M. Micaela Monetti, pddm