«Rallegratevi con me».
(Lc 15, 6)
O Padre,
che in Cristo ci hai rivelato
la tua misericordia senza limiti,
donaci di accogliere la grazia del perdono,
perché la Chiesa si rallegri
insieme agli angeli e ai santi
per ogni peccatore che si converte.
Le parabole, nella liturgia odierna, ci raccontano la “bellezza della colpa”, la gioia di scoprirsi peccatori, non nel senso che la persona si accontenta di fare il male, ma di colui o colei che è felice perché amata, perdonata, abbracciata, sostenuta nella conversione. Nella vita di fede, nel rapporto con Dio, non c’è posto per il rancore, il risentimento, la rabbia, l’invidia, il lamento, la gelosia. Essere buon cristiano, significa: rallegrarsi con sé stesso e con gli altri, essere e vivere con la gioia nel cuore, nonostante le nostre mediocrità e i nostri limiti umani e di fede.
Nella lettera apostolica “Misericordia et Misera“, Papa Francesco scrive: “La misericordia non può essere una parentesi nella vita della Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la verità profonda del Vangelo. Tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell’amore misericordioso del Padre”. E aggiunge: “Una volta che si è rivestiti della misericordia, anche se permane la condizione di debolezza per il peccato, essa è sovrastata dall’amore che permette di guardare oltre e vivere diversamente. Il perdono è il segno più visibile dell’amore del Padre, che Gesù ha voluto rivelare in tutta la sua vita. La misericordia rimane sempre un atto di gratuità del Padre celeste, un amore incondizionato e immeritato”.
Quindi, la ricca liturgia di questa domenica, ci porta al cuore della misericordia di Dio, ci invita a meditare l’amore viscerale di Dio, che dovrebbe toccare in profondità i nostri sentimenti e muoverci allo stupore, alla gratitudine, alla gioia, all’adorazione!
Sr. M. Lidia Natsuko Awoki, pddm