«Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi
e può portarvi alla salvezza.»
(Gc 1, 21)
O Padre,
che sei vicino al tuo popolo ogni volta che ti invoca,
fa’ che la tua parola seminata in noi
purifichi i nostri cuori
e giovi alla salvezza del mondo.
Terminato il discorso eucaristico di Gesù, Pane della vita, nella liturgia domenicale oggi riprendiamo la lettura del Vangelo di Marco, interrotta il 18 luglio, XVI domenica del Tempo Ordinario.
Oggi la Parola di Gesù ci invita a verificare l’interiorità delle nostre azioni, anche le migliori, anche quelle animate dalle più sante intenzioni. Come profeta dei tempi nuovi Gesù riprende la tradizione profetica del suo popolo e non si stanca di richiamare il popolo alla fedeltà di Dio e a non confondere, non equiparare la tradizione degli uomini con la legge di Dio. La domanda di fondo che emerge da queste parole di vita è ancora: «Cuore mio, dove sei?». L’invettiva dei profeti sulla bocca di Gesù Maestro non ci lascia in pace e ci conduce alle radici delle nostre scelte, anche religiose: “Questo popolo mi onora con le labbra – dice il Signore – ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
«Ascoltatemi tutti e comprendete bene!» ci ripete Gesù. Invochiamo, gli uni per gli altri, la grazie di custodire in noi la sua Parola di vita perché ci purifichi come il fuoco, per una testimonianza credibile della novità e della gioia del Vangelo (cfr. Mc 7,1-8.14-15.21-23).
Sr. M. Micaela Monetti, pddm