O Dio, nostra salvezza, che in Cristo,
tua parola eterna, riveli la pienezza del tuo amore,
guidaci con la luce dello Spirito,
perché nessuna parola umana ci allontani da te,
unica fonte di verità e di vita.
Questa preghiera presenta l’iniziativa concorde della Trinità: Dio Padre ci salva dal peccato e dalla morte inviando suo Figlio a rivelarci il suo amore e guidandoci con la luce del suo Spirito sulla via della vita. La pagina evangelica riporta la conclusione del lungo discorso di Gesù nella sinagoga di Cafarnao che ci ha accompagnato in queste domeniche. L’abbiamo letto in chiave eucaristica, oggi evidenziamo la chiave sapienziale: Gesù ci nutre con il suo insegnamento. Giovanni però registra una forte crisi nel gruppo dei discepoli: mormorazione, incredulità, abbandono. È un linguaggio “duro” (Gv 6,60), cioè incomprensibile, inaccettabile. Anche per noi non è semplice né immediato né scontato cogliere nel Pane e nella Parola i segni dell’umile donarsi e dirsi del Signore.
La Parola può far male perché ha il volto di Cristo crocifisso: scandalo per il mondo ma sapienza per Dio. Il Maestro chiede troppo ai suoi discepoli? Non si possono svuotare le esigenze radicali del Vangelo. Gesù non addolcisce le sue espressioni, provoca ad una scelta più convinta: “Volete andarvene anche voi?”. Che lo Spirito ci suggerisca la risposta di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Vogliamo ascoltarti ogni giorno per non cedere alla tentazione dell’indifferenza e dell’idolatria. Vogliamo aprirci al dono della fede, misteriosa attrazione del Padre, opera segreta dello Spirito in noi, libera e salda adesione alla tua alleanza.
Sr. M. Rosangela Bruzzone