O Padre,
che per mezzo di Cristo,
Agnello pasquale e luce delle genti,
chiami tutti gli uomini
a formare il popolo della nuova alleanza,
conferma in noi la grazia del Battesimo,
perché con la forza del tuo Spirito
proclamiamo il lieto annuncio del Vangelo.
Domenica scorsa abbiamo celebrato il Battesimo di Gesù, oggi ascoltiamo il racconto che di questo evento fa il Battista. Il quale, come spesso appare nell’iconografia, è un indice puntato a indicare Cristo: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!”. Lui non conosceva Gesù nella sua identità messianica, ma l’ascolto della Parola rende vigile il suo sguardo: sa vedere lo Spirito Santo posarsi su di lui. E la sua conoscenza diventa testimonianza sul Servo sofferente profetizzato da Isaia. L’agnello rimanda alla Pasqua ebraica, quando venivano sacrificati i piccoli del gregge in memoria della notte dell’esodo dall’Egitto. A questo agnello immolato è dato il compito di liberare il mondo dal peccato. Allora è il Figlio di Dio. Un uomo qualunque non potrebbe far nulla. Gesù salva in quanto Figlio di Dio e figlio dell’uomo. Uomo in carne ed ossa che Giovanni scorge con i suoi occhi. Su cui vede scendere e rimanere la colomba, immagine dello Spirito che è la vita stessa di Dio, la comunione tra il Padre e il Figlio partecipata a noi. L’antidoto al peccato è dunque l’Amore. Strana parola, il peccato: per toglierlo Dio lo prende su di sé. Il Padre sceglie per il Figlio la solitudine della croce come fonte di alleanza universale. Lo sconfitto è in realtà il vincitore.
Sr. M. Rosangela Bruzzone