Gesù soffiò … «Ricevete lo Spirito Santo»
(Gv 20, 22)
O Padre di misericordia,
che in questo giorno santo raduni il tuo popolo
per celebrare il memoriale del Signore morto e risorto,
effondi il tuo Spirito sulla Chiesa
perché rechi a tutti gli uomini
l’annuncio della salvezza e della pace.
In questa seconda domenica o ottava di Pasqua, tradizionalmente chiamata “in albis”, la prima parola del Risorto alla Chiesa è Pace. Il saluto di Gesù «pace a voi» non è un semplice augurio: è un dono. La seconda parola del Risorto riguarda la missione. Il presupposto della missione è la pace, l’armonia interiore, dare il giusto posto a tutto ciò che si vive. Gesù è il primo apostolo del Padre, come i discepoli sono ora inviati da Gesù: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». La missione viene dall’alto, non è iniziativa umana, ma prende l’avvio da Dio stesso, e quindi è la continuazione della missione del Figlio. È tempo di lasciare la casa con le porte chiuse, di uscire, di andare. Perché avvenga questa uscita, come dice Papa Francesco per essere Chiesa in uscita, è necessario il dono dello Spirito Santo.
Dopo aver “emesso lo spirito” nella sua morte, Gesù mostra di essere tornato a respirare. Gesù respira e dona lo Spirito. Solo Giovanni dice che Gesù “soffiò” sui discepoli. Come nella prima creazione Dio alitò nell’uomo uno spirito vitale, così adesso, nel momento della nuova creazione, Gesù alita il suo Spirito Santo nei discepoli, dando loro la vita eterna. Attraverso il dono dello Spirito, Gesù suscita la fede pasquale e porta a compimento una creazione nuova. Lo Spirito Santo diventa allora il criterio per valutare ciò che si vive, un criterio di pace, duraturo e flessibile.
Sr. M. Lidia Natsuko Awoki, pddm