O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine
hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio,
e in previsione della morte di lui
l’hai preservata da ogni macchia di peccato,
concedi anche a noi, per sua intercessione,
di venire incontro a te in santità e purezza di spirito.
La solennità odierna bene si colloca nell’Avvento, proiettato a celebrare l’incarnazione del Verbo. Il Vangelo non parla del concepimento di Maria, ma del concepimento di Cristo in lei. L’attenzione volta oggi alla Madre di Gesù non la pone su un piedistallo per distinguerla da noi, ma per riconoscere in lei, con gioia e gratitudine, gli inizi della nostra redenzione. La “tutta santa” non è stata intaccata dal peccato di Adamo e di Eva, che sant’Agostino chiama “peccato originale”. Ne è stata preservata in anticipo, “in previsione della morte di Cristo”, come afferma la bolla Ineffabilis Deus di Pio IX. “Singolare privilegio” che la prima redenta vive come servizio, accolto con disponibilità generosa. Nel racconto dell’annunciazione Luca la presenta come la nuova dimora di Dio, che evoca la tenda dell’esodo, ricoperta dall’ombra di giorno e dalla colonna di fuoco di notte: “la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra” (Lc 1,35).
La nostra vocazione non è così straordinaria come la sua. Ma anche noi per il Battesimo siamo stati resi “degna dimora” di Gesù. Per questo la Vergine non ci allontana, ci attrae a sé, intercede per noi presso il Figlio. Per questo continuiamo ad invocarla per tutta la vita: ”prega per noi peccatori”. Sì, il peccato ancora ci assale, il male è purtroppo esperienza quotidiana e dilaga nel mondo. Tuttavia la bellezza dell’Immacolata c’incanta, ci ricorda che l’amore è più grande dell’odio, il bene più efficace del male, la vita più forte della morte.
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Benedetta tra tutte le donne
O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine
hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio,
e in previsione della morte di lui
l’hai preservata da ogni macchia di peccato,
concedi anche a noi, per sua intercessione,
di venire incontro a te in santità e purezza di spirito.
La solennità odierna bene si colloca nell’Avvento, proiettato a celebrare l’incarnazione del Verbo. Il Vangelo non parla del concepimento di Maria, ma del concepimento di Cristo in lei. L’attenzione volta oggi alla Madre di Gesù non la pone su un piedistallo per distinguerla da noi, ma per riconoscere in lei, con gioia e gratitudine, gli inizi della nostra redenzione. La “tutta santa” non è stata intaccata dal peccato di Adamo e di Eva, che sant’Agostino chiama “peccato originale”. Ne è stata preservata in anticipo, “in previsione della morte di Cristo”, come afferma la bolla Ineffabilis Deus di Pio IX. “Singolare privilegio” che la prima redenta vive come servizio, accolto con disponibilità generosa. Nel racconto dell’annunciazione Luca la presenta come la nuova dimora di Dio, che evoca la tenda dell’esodo, ricoperta dall’ombra di giorno e dalla colonna di fuoco di notte: “la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra” (Lc 1,35).
La nostra vocazione non è così straordinaria come la sua. Ma anche noi per il Battesimo siamo stati resi “degna dimora” di Gesù. Per questo la Vergine non ci allontana, ci attrae a sé, intercede per noi presso il Figlio. Per questo continuiamo ad invocarla per tutta la vita: ”prega per noi peccatori”. Sì, il peccato ancora ci assale, il male è purtroppo esperienza quotidiana e dilaga nel mondo. Tuttavia la bellezza dell’Immacolata c’incanta, ci ricorda che l’amore è più grande dell’odio, il bene più efficace del male, la vita più forte della morte.
Sr. M. Rosangela Bruzzone