O Dio, Padre di ogni consolazione,
che all’umanità̀ pellegrina nel tempo
hai promesso nuovi cieli e terra nuova,
parla oggi al cuore del tuo popolo,
perché, in purezza di fede e santità di vita,
possa camminare verso il giorno
in cui ti manifesterai pienamente
e ogni uomo vedrà la tua salvezza.
Come ogni anno la seconda domenica di Avvento è dominata dalla figura del Battista, il Precursore di Cristo. Il Vangelo della scorsa settimana annunciava il Signore veniente nella gloria, oggi annuncia Colui che viene nella storia. Quello di Marco è più di una bella biografia: è la buona notizia, Gesù, Cristo, il Figlio di Dio, il compimento di tutte le promesse. Due voci, a distanza di secoli, lo annunciano nell’arsura del deserto: Isaia e Giovanni. “Preparate la via del Signore”: la via è sua, ma è chiesto a noi di prepararla. Non esige che apriamo un sentiero e lo percorriamo per andare a Lui: c’invita a sgomberare la strada sulla quale Egli ci raggiunge. L’iniziativa è della sua misericordia e del suo perdono, perciò possiamo incontrarlo solo se ci riconosciamo peccatori. Giovanni proclama un battesimo di conversione. È autorevole (vive per primo ciò che chiede agli altri) ed umile (è solo “voce” che lascerà il posto alla Parola). Più che mostrarci il volto del Battista in questa pagina Marco rivela in filigrana il volto di Gesù: il «più forte», colui che dona lo Spirito, il grande atteso. L’unico che parla al cuore, che rende possibile un nuovo inizio.
L’Avvento è allora un tempo per emergere dalla mediocrità, per imparare a sperare, per guardare oltre le proprie debolezze ed accogliere la Grazia che Dio prepara. Per attendere senza stancarsi, perché “davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo”.
Sr. M. Rosangela Bruzzone