Onnipotente Signore, che domini tutto il creato,
rafforza la nostra fede e fa’ che ti riconosciamo presente
in ogni avvenimento della vita e della storia,
per affrontare serenamente ogni prova
e camminare con Cristo verso la tua pace
Il Vangelo di questa domenica presenta il Signore dapprima in raccoglimento, lontano dalla folla, poi come un fantasma nel buio, poi voce imperiosa sul vento, infine mano forte che afferra chi sta per affondare. Un crescendo, nello scenario del lago in tempesta, di notte. Davvero Gesù passa d’incontro in incontro: congedati i cinquemila appena sfamati desidera l’abbraccio del Padre e sale sul monte a pregare, poi verso l’alba torna dai suoi: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Possiamo riconoscere il nostro itinerario di fede nel turbamento dei discepoli e nell’audacia di Pietro: fidiamoci del Maestro, stendiamo la mano, apriamo il cuore. Il mare non è eliminato, non è possibile avanzare all’asciutto. Bisogna affrontare la violenza delle onde che sempre accompagna la traversata della vita. Quando sperimentiamo l’insufficienza delle nostre forze nasce la preghiera vera, quella di chi si affida a Dio senza riserve: “Signore, salvami!”. Lui che ha camminato sulle acque guida anche la barca della Chiesa. La sua potenza è forte e mite nello stesso tempo: il profeta Elia non lo incontra nel vento gagliardo, nel terremoto, nel fuoco, ma nel mormorio di una brezza leggera. Dio ci parla quando ci trova in silenzio. “La verità germoglia dalla terra e la giustizia si affaccia dal cielo”. Nella liturgia noi stiamo alla sua presenza, manifestata in segni semplici ed umili: e i suoi doni sono irrevocabili!
Sr. M. Rosangela Bruzzone