O Padre, fonte di sapienza,
che in Cristo ci hai svelato il tesoro nascosto
e ci hai donato la perla preziosa,
concedi a noi un cuore saggio e intelligente,
perché, fra le cose del mondo, sappiamo apprezzare
il valore inestimabile del tuo regno.
La nostra vita ha bisogno di essere ancorata ad un valore: chi vede il suo tesoro nella salute, chi nella ricchezza, chi nel successo. E noi? Le tre parabole che oggi leggiamo nel Vangelo ci provocano ad una risposta. Il tesoro è Gesù e ciò che deriva dall’incontro con Lui: uno sguardo nuovo sul mondo, il desiderio che ci muove, le relazioni. Il tesoro c’è già, in attesa di essere accolto. Non è frutto di opera nostra, ma per trovarlo occorrono vigilanza, apertura, ascolto. L’attenzione ha permesso al contadino di notare il tesoro e al mercante d’individuare la perla. Vendono tutto per guadagnare tutto, per conquistare ciò che è inestimabile. Aderire a Cristo è l’investimento più intelligente, l’avventura più bella che possa capitarci.
Per non cadere nella tentazione dell’abitudine, che dà tutto per scontato, dobbiamo chiedere al Padre ogni giorno, come il re Salomone nella prima lettura, “un cuore docile”, cioè la sapienza, dono dello Spirito. Per lasciarci affascinare dal progetto divino che Paolo descrive ai Romani: renderci “conformi all’immagine del Figlio suo”, in vista della partecipazione definitiva alla sua gloria di risorto. Frattanto Gesù è il mercante in cammino per le strade del mondo, in continua ricerca delle perle preziose che siamo noi. Ci seduce perché parla il linguaggio della gioia. E il segreto della gioia è l’amore!
Sr. M. Rosangela Bruzzone